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BINOMIO SPORT E VISTA

A tu per tu con la triatleta vicentina Martina Dogana

Nello sport tutto il corpo è impegnato per dare una prestazione soddisfacente, che sarà massima e prestigiosa in chi, come l’atleta che intervisterò, ha fatto dello sport la sua professione, mentre sarà limitata ma comunque salutare in chi, come il sottoscritto, si impegna a ributtare la pallina da tennis o a scendere con gli sci senza cadere, gustandosi il panorama. Scherzi a parte, lo sport fa bene a tutti, comunque lo si pratichi, purché ognuno abbia il senso dei propri limiti e soddisfi le proprie esigenze.

E nel praticare lo sport un ruolo fondamentale lo esercita la vista, che ci orienta nello spazio, ci fa calcolare le distanze, ci avvisa degli ostacoli, ci mostra l’obiettivo, ci fa vedere chi ci è davanti e chi ci sta dietro, mantiene l’equilibrio e la postura, percepisce il movimento, mette a fuoco nelle condizioni ambientali più disparate, etc.

Certo cosa diversa è mirare ad un obiettivo (ad esempio il tiro con l’arco) o correre tenendo d’occhio la pista o evitare un ostacolo. In ogni caso, è utile fare affidamento ad una buona vista!

Con enorme piacere ho avuto l’onore di fare due chiacchiere con Martina Dogana, triatleta italiana con un palmares che tutti invidiano, anche chi sportivo non lo è. Solare, entusiasta e con una grande passione per lo sport che rappresenta la sua ragione di vita! Atleta da 10 e lode ma, e lo diciamo con il sorriso, con un lieve difetto di vista che però non le impedisce di svolgere a livello professionistico la sua attività sportiva.

 

IL TUO DIFETTO DI VISTA MONOCULARE TI HA MAI CREATO PROBLEMI O SENSO DI INFERIORITÀ? Forse da piccolina, quando dovevo portare gli occhiali con una lente oscurata o una benda sull’occhio “sano” per cercare di recuperare…e un pò mi prendevano in giro!

HAI MAI AVUTO L’IMPRESSIONE CHE TI MANCASSE IL SENSO DELLA PROFONDITA’ O DELLA VISIONE IN RILIEVO? No, probabilmente perché non ho un difetto grave.

HAI MAI PENSATO AD UNA CORREZIONE CHIRURGICA? Non ancora, il mio oculista mi ha sempre consigliato di aspettare fino a che questo difetto non mi crei problemi o dolori, es. emicranie.

USI LENTI A CONTATTO? Mai, nonostante da un occhio mi manchino 2-3 diottrie.

TI È MAI CAPITATO DI AVERE UN PICCOLO TRAUMA O CONGIUNTIVITE ALL’OCCHIO BUONO, TALE DA FARTI USARE SOLO L’OCCHIO PIÙ DEBOLE? Sì, frequentando molto le piscine mi è successo, ma non mi ha mai causato forti problemi.

IN QUALE DISCIPLINA (CORSA, NUOTO, BIKE) TI HA CREATO PIÙ PROBLEMI? In nessuna. Forse in bici da strada dovrei provare ad usare una lente a contatto per una visione più precisa.

QUANDO NON GAREGGI, USI OCCHIALI? No. Finché andavo a scuola e studiavo all’Università usavo gli occhiali, anche per guardare la tv, ora non li uso mai (forse perché non studio più!!).

CONOSCI ATLETI CON DIFETTI DI VISTA PEGGIORI DEL TUO? COSA PENSI DEGLI ATLETI IPOVEDENTI? Conosco tanti atleti che portano gli occhiali e tanti che si sono fatti operare. Rispetto molto gli atleti ipovedenti che sono capaci di prestazioni di livello assoluto.

IN QUESTI ANNI L’OCCHIO DEBOLE HA RECUPERATO IL VISUS COME L’ALTRO? No, non ho recuperato al 100%. L’occhio è ancora miope.

NON PENSI CHE SE USASSI LA CORREZIONE SULL’OCCHIO DEBOLE POTRESTI MIGLIORARE LE TUE PERFORMANCE SPORTIVE? Lo sai Angelo, non ci ho mai pensato e devo dire che mi hai dato una bella idea, ci provo quanto prima!!!

L’incontro con Martina ci ha dimostrato come un difetto di vista, pur lieve, creava un certo imbarazzo ma non tale da impedire lo svolgimento di un’attività sportiva. Se però Martina avesse praticato un’attività lavorativa diversa (che includeva, ad esempio, l’uso continuo del pc) si sarebbe resa conto che usare gli occhiali avrebbe creato maggior comfort e minor stanchezza visiva. Non possiamo definire Martina una paziente modello!!! Il suo fisico superallenato e in ottima salute, la sua vita all’aria aperta e il suo carattere volitivo hanno, di fatto, superato il suo piccolo handicap visivo.

Mi permetto comunque di consigliare a Martina (e penso che anche il suo oculista sarebbe d’accordo) di riprendere l’uso degli occhiali quando è impegnata nella lettura o al pc o quando guida in situazioni di scarsa luminosità o quando si reca a teatro o a qualche conferenza con proiezione di diapositive. Starà sicuramente meglio, più riposata e pronta a nuovi traguardi sportivi.

 

 

Oggi vi parlo di Chirurgia REFRATTIVA: come essere indipendente dagli occhiali.

A Bassano si è tenuto recentemente un interessante convegno sulla CHIRURGIA REFRATTIVA, su quella parte dell’oculistica che si prefigge di correggere i difetti di vista in maniera diversa dall’uso degli occhiali. I vari relatori presenti hanno parlato di tutte le precauzioni e indagini da svolgere prima dell’intervento e delle differenze fra le varie tecniche operatorie, ve le elenco:

Tecnica operatoria PRK
  • la PRK, indicata per le miopie medie, consiste nell’asportazione di uno piccolo strato superficiale della cornea, in modo da alterare la sua curvatura, modificare il suo potere rifrattivo e quindi annullare il difetto iniziale

 

 

 

 

la LASIK, indicata per le miopie più elevate, consiste nel sollevamento di un lembo superficiale, nell’asportazione di uno strato profondo tramite laser e nel riposizionamento del lembo che va a ricoprire la zona asportata

 

 

 

 

Nuova tecnica operatoria FEMTOLASIK
  • la nuova tecnica FEMTOLASIK, efficace anche nell’ipermetropia e negli astigmatismi; si avvale del Femtolaser che permette di asportare lembi di  tessuto corneale dall’interno stesso della cornea e ridisegna la geometria corneale in base ai vizi presenti; è inoltre un laser freddo ultrarosso, rapidissimo (1 femto = 1 milionesimo di miliardesimo di secondo), non brucia ma provoca micro bolle

 

 

 

Qualche parola in più la dedico a quest’ultima tecnica FEMTOLASIK: diminuisce fortemente l’inconveniente della scarsa lacrimazione provocata dagli altri 2 interventi, può correggere l’astigmatismo, ed è più definitiva. E’ chiamata anche SMILE, acronimo azzeccato per Small Incision Lenticular Extractive.

Il Femto permette inoltre di correggere alcuni difetti molto gravi sostituendo il cristallino con una lente intraoculare che pareggia il difetto visivo; esistono anche interventi di posizionamento di una lente intraoculare fachica davanti al cristallino.

Non solo, consente anche di operare le cataratte congenite, quelle cioè presenti alla nascita o quelle che, in seguito a traumi, colpiscono i bambini.

 

 

  • Infine si è parlato di una tecnica molto in voga negli USA, che consiste nel rendere un po’ miope un occhio in modo da fargli vedere per vicino senza occhiale, e di mantenere normale l’occhio migliore, per vedere da lontano. Fra i 2 occhi, però, non deve esserci una eccessiva differenza di diottrie.

 

COSA ACCADRA’ IN FUTURO?

Fra qualche anno sarà possibile modellare la superficie corneale in modo da  permettere una visione discreta a tutte le distanze.

L’obiettivo della chirurgia refrattiva non è quello di promettere 10/10 senza occhiali, ma di permettere l’indipendenza dagli occhiali. Ad esempio, si possono ottenere 7-8/10 che sono compatibili con la guida e con l’attività lavorativa.

Inquinamento e siccità: condizioni pessime per l’occhio umano

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Noi viviamo ai margini di una delle aree più inquinate d’Europa, la pianura padana, e siamo da pochi giorni usciti da un lungo periodo di siccità e di gran freddo. La scarsità di piogge, l’assenza di venti importanti e il gelo peggiorano la qualità dell’aria che respiriamo e che viene a contatto con la nostra pelle e i nostri occhi. Quando andiamo in giro tutti imbacuccati, coperti da giacche a vento, guanti, sciarpe, berretti, l’unica parte del corpo che rimane esposta sono gli occhi.

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Gli agenti inquinanti, contenenti zolfo, carbonio, piombo, azoto, ozono, prodotti dagli scarichi industriali e delle auto e dalle nostre caldaie danneggiano l’apparato respiratorio e irritano fortemente gli occhi, che si difendono sbattendo spesso le palpebre e lacrimando per pulire cornea e congiuntiva. In questi casi è utile proteggersi con gli occhiali (da vista o da sole), mettere lacrime artificiali, mangiare molte carote e in genere tutte le verdure e la frutta, ricche di vitamina A, un antiossidante che combatte i prodotti di scarto del metabolismo. Inoltre la vitamina A (presente peraltro in molti alimenti anche di derivazione animale) aiuta a vedere meglio in condizioni di scarsa luminosità (al tramonto, di notte, in ambienti poco illuminati) perchè un suo derivato è presente nei coni e nei bastoncelli della retina e dà inizio alla cascata di reazioni chimiche che si traducono in impulsi nervosi, che vanno alla corteccia occipitale e ci danno l’immagine visiva.

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A tal proposito si narra che gli aviatori inglesi, durante la II° guerra mondiale, riuscivano ad abbattere molti aerei tedeschi perchè mangiavano carote e mirtilli e così vedevano meglio al buio. In realtà disponevano dei primi radar, ma è fuor di dubbio che la vitamina A aumenta le performance visive notturne. Se si esagera, però, può provocare un ingiallimento della pelle, vomito e cefalea.

Occhio nero: cause e conseguenze

btyEcco un esempio di “OCCHIO NERO”,

un occhio che ha subito un trauma contusivo.

 Si è formato un ematoma che si espanso a cerchio sopra e sotto, lungo le palpebre superiore e inferiore e alla radice del naso. Si tratta di una zona particolarmente ricca di vasi sanguigni e il tessuto perioculare è molto elastico, mobile e si lascia infiltrare dal sangue che forma, appunto, un cerchio nero, caldo, dolente, che poi diventa blu, viola, giallo-verde (è il pigmento ferroso dell’emoglobina che si trasforma).

 

 

Tempi di guarigione e conseguenze

Si risolve da sé in una-due settimane e richiede solo pazienza e qualche impacco freddo. L’occhio non ha conseguenze negative se il trauma ha colpito lo zigomo o il sopracciglio (che però sono dolenti). Se invece il trauma colpisce direttamente il bulbo oculare, può provocare danni alla cornea, all’iride, alla retina e può dare anche un’emorragia interna, molto più pericolosa di quella esterna. In questi casi il paziente accusa dolore, rossore e forte diminuzione della vista e bisogna al più presto consultare uno specialista o recarsi in un pronto soccorso oculistico. Il trauma può essere un pugno, o l’urto contro uno stipite o un mobile (attenzione a quando ci si alza di notte al buio) o l’impatto con un oggetto mobile (qualche mese fa è venuto da me una persona colpita dalla pallina da hockey), oppure esito di un atto di violenza, spesso in ambito familiare. Uno degli eventi più disastrosi è quello provocato dagli elastici che si usano (una volta succedeva più spesso) per fissare i bagagli sopra il tetto dell’auto. A volte può trattarsi di una pallina da tennis, più morbida ma non meno pericolosa.

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A tal riguardo, il paziente della foto con l’occhio nero non si è opposto alla violazione della privacy e ha concesso di mostrare il viso intero: trattasi di un appassionato di tennis, ahimè troppo combattivo in considerazione della sua matura età.

 

P.S. La moglie ha minacciato di fargli nero l’altro occhio, se non si fosse dato una calmata!

 

Torcicollo oculare: spesso la causa va ricercata in un difetto della vista

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Oggi prendo spunto dal mio ultimo intervento di sabato 12 novembre presso il Campusalute di Schio per parlarvi di un argomento particolare, il TORCICOLLO OCULARE.

Sapete cosa significa la parola TORCICOLLO?

E’ un atteggiamento viziato del capo-collo dovuto a cause vertebrali-cervicali o a problemi neurologici-muscolari (contrazione dello sternocleidomastoideo) o oto-vestibolari (vertigini, nistagmo, sordità)o anche a problemi della masticazione (malocclusione) o della stazione eretta (postura, piedi, scoliosi).

scolaroIn certi casi, come in questa foto del bambino sul banco di scuola, la posizione sbagliata del dorso e della testa sono dovute al fatto che lo scolaro impugna in modo errato la penna e deve contorcersi per vedere cosa scrive. Insegnamo innanzitutto ai nostri figli/nipoti a mettersi bene sul tavolo da studio, a tenere la penna correttamente, a giocare meno con i tablet (testa sempre china in avanti) e a leggere di più. Quante volte vedo bambini che leggono male, nonostante non abbiano difetti di vista, ma solo perchè non sono abituati a farlo!

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In alcuni casi, però, ed è l’argomento da me trattato al convegno sabato 12 novembre a Schio, la causa sta in un difetto della vista. La postura del corpo dipende dalla colonna vertebrale, dai piedi, dall’organo dell’equilibrio, dalla masticazione ma soprattutto dalla vista. Provate a mettervi in piedi ad occhi aperti o poi ad occhi chiusi: vi sentirete subito oscillare, meno sicuri di stare dritti, tenderete a muovere i piedi, solo perché è venuto meno l’orientamento dato dagli occhi. Se c’è un difetto visivo ci può essere una posizione anomala del capo nel tentativo di correggere questo difetto. Ciò succede se la correzione dell’occhiale non è giusta o se l’occhiale non è stato montato bene(lenti non centrate). Oppure se c’è un malfunzionameto di uno o più muscoli deputati ai movimenti degli occhi, per cui la testa si mette in una posizione tale da consentire una minima visione binoculare o da eliminare la presenza di una visione doppia. Oppure se un occhio vede meno: in tal caso la testa si gira per aumentare il campo visivo dell’occhio migliore.

Allora la testa ruota a destra o a sinistra, o si piega in avanti o indietro o si inclina su una spalla.

In definitiva, se ci accorgiamo che il piccolo tende ad assumere una posizione viziata della testa, sia in piedi che sul banco di scuola, facciamolo controllare dall’oculista, ma non dimentichiamo anche l’ortopedico o il dentista.

 

BIMBI, ultima puntata: prevenzioni e buone abitudini!

occhiali_bimbiGli occhiali per bambini devono avere lenti in plastica, infrangibili, montature in materiale leggero plastico, che si adattino bene al viso del piccolo, che poggino bene sul nasino e con astine che restino bene aderenti alle orecchie. Il consiglio dell’ottico è fondamentale.

La TV deve essere guardata a qualche metro di distanza e anche i giochi elettronici e gli schermi devono stare a distanza adeguata, non troppo vicini, ma soprattutto è il tempo che deve essere limitato per dar modo agli occhi di riposare e di non rimanere sempre focalizzati sul vicino. Per questo è utile far fare pause al bimbo, portarlo fuori e farlo vedere in lontananza: una passeggiata in campagna o in montagna o lungo il mare fa bene al fisico e agli occhi, che si rilassano guardando verso l’infinito.

Gli altri momenti importanti per intercettare eventuali modificazioni del visus sono il passaggio fra elementari e medie, fra medie e superiori, al passaggio all’Università, al momento dell’esame per la patente di guida. Sono periodi di grande cambiamento per tutto il corpo e di adattamento della vista a nuove situazioni e modalità di studio e di vita.

bimbiUn ultimo accenno alla traumatologia: sono troppi i bambini che rischiano di perdere la vista per banali incidenti domestici, maneggiando forbici, penne, forchette, detersivi, giocattoli a punta, spray, ecc. In questi casi gli adulti devono tener lontano dalla portata dei piccoli le cose pericolose e stare sempre attenti.

Prosegue il mio excursus nel mondo del bambino

OLYMPUS DIGITAL CAMERADurante la scuola materna vengono eseguiti screening visivi a tutti i bambini: in questa maniera si possono scoprire occhi pigri, tendenza allo strabismo, difetti di vista più o meno importanti. Allora diventa importante impostare subito una terapia (prescrizione occhiali, visita ortottica, controlli) per migliorare la visione. Nei casi meno gravi si può aspettare fino all’inizio della Scuola Elementare per decidere la correzione con lenti. Una volta i bambini “occhialuti” erano pochi, si sentivano emarginati e a disagio; al giorno d’oggi, i bambini portatori di occhiali sono molti di più e si sentono meno in imbarazzo. E’ tuttavia fondamentale la collaborazione dei genitori che incoraggiano e tranquillizzano il piccolo e seguono i consigli dell’oculista.

 Per quantificare il visus dei bambini che non sanno ancora leggere esistono tavole ottotipiche che mostrano disegni di grandezza decrescente o tavole con le E: il bambino deve indicare in che direzione vanno le gambette delle E (in alto, in basso, a dx, a sx).

Sono utili anche i test cromatici per stabilire se c’è o no il daltonismo (difetto che colpisce quasi esclusivamente il sesso maschile) e i test stereoptici (figurine in rilievo nascoste in mezzo a puntini bianchi, neri, grigi che, se vengono viste, certificano che il bimbo usa i 2 occhi insieme e non un occhio solo).

Ai genitori viene chiesto talora di mettere le gocce di atropina negli occhi del bambino prima di tornare a controllo dall’oculista: le pupille si dilatano e la messa a fuoco viene bloccata temporaneamente, così da permettere all’oculista di stabilire il difetto approfittando di questo stato di riposo. Per qualche giorno il piccolo è disturbato dalla luce e vede meno, in casi rari può manifestare anche irritazione, arrossamento del viso e febbre. Per evitare questi inconvenienti si consiglia ai genitori di premere sui canalini lacrimali quando instillano il collirio, così da evitare che l’atropina venga assorbita dall’organismo.

OLYMPUS DIGITAL CAMERASe un bambino sfugge ai controlli prescolari, potrebbe manifestare sintomi di scarsa efficienza visiva durante i primi anni scolastici: dirà che vede male la lavagna o andrà troppo vicino al libro per leggere, o non segue le righe nella lettura e nella scrittura o mostrerà qualche problema di comportamento. Il piccolo non è sempre consapevole di avere un problema di vista e fa fatica ad apprendere, è disattento, svogliato, ha mal di testa.

Lo sapevate che entro il 3° anno di vita la vista raggiunge i 10/10?

LA VISTA NEI NOSTRI FIGLIOLYMPUS DIGITAL CAMERA

Entro il 3° anno di vita dei vostri figli la loro vista raggiunge i 10/10, lo sapevate? Ciò significa che durante la gestazione e nella prima infanzia l’occhio si forma e progredisce continuamente nel suo sviluppo funzionale. Il neonato mostra soltanto una reazione riflessa alla luce e al buio, nei mesi successivi segue gli oggetti grandi in movimento, poi riesce a coordinare i movimenti degli occhi, intorno all’anno vede bene i dettagli e infine la vista si sviluppa in tutte le sue funzioni entro il terzo anno di vita.

Il primo contatto fra neonatologo e neonato serve per diagnosticare o escludere le malattie congenite oculari.

Le più frequenti sono la cataratta e il glaucoma.

La CATARRATA che normalmente è una malattia tipica dell’invecchiamento, si può ereditare geneticamente o essere collegata a alterazioni cromosomiche (mongolismo) oppure può essere un danno contratto dalla mamma in gravidanza (rosolia, radiazioni, sostanze tossiche). Come si intuisce questa malattia? Nella pupilla si vede un riflesso grigio, invece che rosso. Come si deve procedere? Il cristallino opacato va rimosso chirurgicamente per permettere ai raggi visivi di raggiungere la retina, altrimenti non verrebbe stimolata.

Il GLAUCOMA, anche questa più frequente nell’età adulta, consiste in un aumento della pressione intraoculare che sfianca dall’interno la struttura dell’occhio, per cui il neonato presenta occhi molto grandi con un riflesso bluastro. Anche in questo caso la cura è chirurgica per evitare i danni al nervo ottico.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAUna condizione particolare è quella dei NATI PREMATURI che vengono sottoposti a cure intensive, visto il loro scarso peso, in culle ad alto tenore di ossigeno, ma possono andare incontro ad un incompleto sviluppo degli occhi, per cui la loro retina presenta cicatrici e distacchi tali da compromettere la visione. Un consiglio? Tornato a casa dall’ospedale il piccolo può essere controllato dai genitori che staranno attenti se il bambino segue con lo sguardo oggetti colorati in movimento a 30-40 cm di distanza e tenta di afferrarli. Si può provare anche a coprire un occhio del bimbo e vedere se reagisce in modo normale o se troppo irritato tentando subito di togliere la mano. Questa manovra permette di scoprire l’AMBLIOPIA, cioè l’occhio pigro che vede meno perchè ha un difetto di refrazione. In questo caso, se si scopre il difetto nei primi anni di vita, il piccolo recupera il visus. Cosa fare quindi? Consiglio di quantificare le diottrie necessarie per correggere il difetto e, per far questo, bisogna mettere un collirio (atropina) che dilata le pupille e paralizza temporaneamente i muscoli intraoculari. In tal modo l’oculista prescrive la lente adatta e l’occhiale va usato a permanenza. L’ambliopia talora si manifesta facendo diventare strabico il bambino: un occhio (quello che vede meno) è deviato di solito verso l’interno, dapprima saltuariamente (controllare le foto fatte senza che il bambino se ne accorga) poi in maniera costante. E’ un occhio pigro, che il cervello mette a riposo ma, se lasciato così, si abitua a veder meno. Va allora raddrizzato e messo in condizione di veder bene con la lente giusta. Se non recupera totalmente, conviene bendare l’occhio migliore per costringere il più debole a lavorare di più. I genitori devono osservare se il piccolo fissa il volto della mamma e degli oggetti in movimento, se sembra strabico, se cammina sicuro senza sbattere contro gli ostacoli, se avvicina troppo gli oggetti al viso, se gli dà troppo fastidio la luce, se tiene il capo inclinato, se si stropiccia spesso gli occhi, o se lacrima molto. In quest’ultimo caso, può trattarsi della STENOSI CONGENITA delle vie lacrimali: il piccolo presenta sempre una lacrimuccia e ha gli occhi appiccicati o incrostati. Il liquido lacrimale non riesce ad imboccare i canalini posti sulle palpebre vicino al naso perchè troppo stretti e fuoriesce o si accumula all’angolo interno dell’occhio sottoforma di crosticine di pus. Si consiglia di mettere un collirio antibiotico, di lavare bene le palpebre e di massaggiare alla radice del naso. Se i puntini non si dilatano conviene sottoporre il piccolo a breve anestesia per aprire i canalini con un sondino.

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Cosa vedono gli animali?

Qualche giorno fa ho leggo sull’ultimo numero di Focus che gli animali hanno una percezione diversa di luce, colori e dettagli. Non solo, ma alcuni scienziati stanno cercando di applicare queste diversità a strumenti che sono destinati a migliorare la vista nell’uomo. Potrebbero essere inventati sensori che aumentano la sensibilità alla luce (normalmente la retina degli animali è più ricca di bastoncelli, adatti alla visione notturna, cioè vedono meglio di noi quando c’è poca luce).

Alcuni animali percepiscono radiazioni che noi non vediamo (infrarossi o ultravioletti). Gli uccelli, ad esempio, hanno 3 tipi di coni retinici (come noi sensibili a rosso, giallo, blu, la cui combinazione permette di distinguere 200 colori) e un quarto tipo, sensibile all’ultravioletto, che permette di vedere lo stato di maturazione dei vegetali e della frutta. Alcuni gamberi tropicali hanno 10 tipi di coni, quindi vedono molti più colori. I cani e i felini sono bicromatici (come potete osservare dalla foto qui sotto).

vista animali_okI mammiferi marini sono monocromatici (ma vedono molto meglio al buio). Le scimmie vedono come noi. Gli uccelli rapaci, avendo “lenti addizionali” all’interno dei loro occhi, ingrandiscono gli oggetti visti in distanza: un falco vede una cavalletta a 100 metri.

Anche la posizione degli occhi è importante:

i predatori li hanno tutti e due puntati davanti per fissare meglio la preda e per la visione in profondità. Gli erbivori li hanno di lato per aumentare il campo visivo e accorgersi della presenza del nemico. Alcuni serpenti hanno visori termici, con i quali vedono anche al buio prede calde, nascoste o in movimento.

Mentre lasciamo che gli scienziati costruiscano un occhio bionico, che unisca le capacità umane a quelle degli animali, godiamoci la nostra vista e badiamo alla salute dei nostri occhi, così come sono. Ben vengano, invece, i sensori capaci di restituire un pò di vista a chi l’ha perduta.