Noi viviamo ai margini di una delle aree più inquinate d’Europa, la pianura padana, e siamo da pochi giorni usciti da un lungo periodo di siccità e di gran freddo. La scarsità di piogge, l’assenza di venti importanti e il gelo peggiorano la qualità dell’aria che respiriamo e che viene a contatto con la nostra pelle e i nostri occhi. Quando andiamo in giro tutti imbacuccati, coperti da giacche a vento, guanti, sciarpe, berretti, l’unica parte del corpo che rimane esposta sono …gli occhi.
Gli agenti inquinanti, contenenti zolfo, carbonio, piombo, azoto, ozono, prodotti dagli scarichi industriali e delle auto e dalle nostre caldaie danneggiano l’apparato respiratorio e irritano fortemente gli occhi, che si difendono sbattendo spesso le palpebre e lacrimando per pulire cornea e congiuntiva. In questi casi è utile proteggersi con gli occhiali (da vista o da sole), mettere lacrime artificiali, mangiare molte carote e in genere tutte le verdure e la frutta, ricche di vitamina A, un antiossidante che combatte i prodotti di scarto del metabolismo. Inoltre la vitamina A (presente peraltro in molti alimenti anche di derivazione animale) aiuta a vedere meglio in condizioni di scarsa luminosità (al tramonto, di notte, in ambienti poco illuminati) perchè un suo derivato è presente nei coni e nei bastoncelli della retina e dà inizio alla cascata di reazioni chimiche che si traducono in impulsi nervosi, che vanno alla corteccia occipitale e ci danno l’immagine visiva.
A tal proposito si narra che gli aviatori inglesi, durante la II° guerra mondiale, riuscivano ad abbattere molti aerei tedeschi perchè mangiavano carote e mirtilli e così vedevano meglio al buio. In realtà disponevano dei primi radar, ma è fuor di dubbio che la vitamina A aumenta le performance visive notturne. Se si esagera, però, può provocare un ingiallimento della pelle, vomito e cefalea.