L’oculista pediatrico dell’Ospedale di Negrar, il Dr. Giuliano Stramare, lancia un allarme circa i danni provocati agli occhi dei bambini dalla segregazione imposta dal Covid e che si possono proiettare in fenomeni negativi nell’età adulta.
Passare troppe ore davanti a pc, palmari, tablet, tv, smartphone, tenendo lo sguardo su distanze corte, in condizioni di luce artificiale, sta causando un’impennata di miopie giovanili. E’ un fenomeno in crescita, cominciato un decennio fa e ora peggiorato a causa del confinamento in casa. La DAD, inevitabile quando l’alunno non può frequentare la scuola, purtroppo aumenta il fenomeno. Bisogna imparare ad alternare l’attività di studio ad attività all’aperto (passeggiare, guardare in lontananza, fare sport, giocare). Ogni 60-90 minuti è necessario staccarsi dallo schermo e rilassare la vista: il miglior rilassamento è guardare verso l’infinito, i monti, la pianura, il mare.
Il bambino affetto da miopia, se per molte ore è costretto a fissare uno schermo per vicino, abitua l’occhio a mantenere il fuoco solo a 30-50 cm, e se solleva la testa vede ancora peggio per lontano, non mette più a fuoco anche a pochi metri di distanza. Peggio ancora se, per rilassarsi, si concentra su un videogioco: è inevitabile che si manifesti il “mal di testa da sforzo visivo”, che si risolve andando a socializzare all’aperto. Da adulto, inoltre, ha maggior rischio di distacco di retina, maculopatia, glaucoma.
Anche nei bambini con il difetto opposto alla miopia, cioè l’ipermetropia, si manifestano sintomi quali affaticamento visivo, mal di testa, occhi rossi, disattenzione scolastica. Idem per i bambini astigmatici.
In definitiva i bambini che accusano un difetto visivo peggiorano se guardano troppo gli schermi digitali. Ma anche i bambini emmetropi (senza difetto visivo) vanno incontro a disturbi e possono diventare miopi.
Da un interessante articolo del Corriere del Veneto, 23 gennaio 2022