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Lo sapevate che entro il 3° anno di vita la vista raggiunge i 10/10?

LA VISTA NEI NOSTRI FIGLIOLYMPUS DIGITAL CAMERA

Entro il 3° anno di vita dei vostri figli la loro vista raggiunge i 10/10, lo sapevate? Ciò significa che durante la gestazione e nella prima infanzia l’occhio si forma e progredisce continuamente nel suo sviluppo funzionale. Il neonato mostra soltanto una reazione riflessa alla luce e al buio, nei mesi successivi segue gli oggetti grandi in movimento, poi riesce a coordinare i movimenti degli occhi, intorno all’anno vede bene i dettagli e infine la vista si sviluppa in tutte le sue funzioni entro il terzo anno di vita.

Il primo contatto fra neonatologo e neonato serve per diagnosticare o escludere le malattie congenite oculari.

Le più frequenti sono la cataratta e il glaucoma.

La CATARRATA che normalmente è una malattia tipica dell’invecchiamento, si può ereditare geneticamente o essere collegata a alterazioni cromosomiche (mongolismo) oppure può essere un danno contratto dalla mamma in gravidanza (rosolia, radiazioni, sostanze tossiche). Come si intuisce questa malattia? Nella pupilla si vede un riflesso grigio, invece che rosso. Come si deve procedere? Il cristallino opacato va rimosso chirurgicamente per permettere ai raggi visivi di raggiungere la retina, altrimenti non verrebbe stimolata.

Il GLAUCOMA, anche questa più frequente nell’età adulta, consiste in un aumento della pressione intraoculare che sfianca dall’interno la struttura dell’occhio, per cui il neonato presenta occhi molto grandi con un riflesso bluastro. Anche in questo caso la cura è chirurgica per evitare i danni al nervo ottico.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAUna condizione particolare è quella dei NATI PREMATURI che vengono sottoposti a cure intensive, visto il loro scarso peso, in culle ad alto tenore di ossigeno, ma possono andare incontro ad un incompleto sviluppo degli occhi, per cui la loro retina presenta cicatrici e distacchi tali da compromettere la visione. Un consiglio? Tornato a casa dall’ospedale il piccolo può essere controllato dai genitori che staranno attenti se il bambino segue con lo sguardo oggetti colorati in movimento a 30-40 cm di distanza e tenta di afferrarli. Si può provare anche a coprire un occhio del bimbo e vedere se reagisce in modo normale o se troppo irritato tentando subito di togliere la mano. Questa manovra permette di scoprire l’AMBLIOPIA, cioè l’occhio pigro che vede meno perchè ha un difetto di refrazione. In questo caso, se si scopre il difetto nei primi anni di vita, il piccolo recupera il visus. Cosa fare quindi? Consiglio di quantificare le diottrie necessarie per correggere il difetto e, per far questo, bisogna mettere un collirio (atropina) che dilata le pupille e paralizza temporaneamente i muscoli intraoculari. In tal modo l’oculista prescrive la lente adatta e l’occhiale va usato a permanenza. L’ambliopia talora si manifesta facendo diventare strabico il bambino: un occhio (quello che vede meno) è deviato di solito verso l’interno, dapprima saltuariamente (controllare le foto fatte senza che il bambino se ne accorga) poi in maniera costante. E’ un occhio pigro, che il cervello mette a riposo ma, se lasciato così, si abitua a veder meno. Va allora raddrizzato e messo in condizione di veder bene con la lente giusta. Se non recupera totalmente, conviene bendare l’occhio migliore per costringere il più debole a lavorare di più. I genitori devono osservare se il piccolo fissa il volto della mamma e degli oggetti in movimento, se sembra strabico, se cammina sicuro senza sbattere contro gli ostacoli, se avvicina troppo gli oggetti al viso, se gli dà troppo fastidio la luce, se tiene il capo inclinato, se si stropiccia spesso gli occhi, o se lacrima molto. In quest’ultimo caso, può trattarsi della STENOSI CONGENITA delle vie lacrimali: il piccolo presenta sempre una lacrimuccia e ha gli occhi appiccicati o incrostati. Il liquido lacrimale non riesce ad imboccare i canalini posti sulle palpebre vicino al naso perchè troppo stretti e fuoriesce o si accumula all’angolo interno dell’occhio sottoforma di crosticine di pus. Si consiglia di mettere un collirio antibiotico, di lavare bene le palpebre e di massaggiare alla radice del naso. Se i puntini non si dilatano conviene sottoporre il piccolo a breve anestesia per aprire i canalini con un sondino.

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DACRIOCISTITE in bambini piccoli e anziani

Recentemente ho visto un caso interessante che mi dà lo spunto per parlare di DACRIOCISTITE, un problema che può colpire bambini piccoli (entro il primo anno di vita) o persone anziane. ostruzione vie lacrim.

Sul bordo delle palpebre, vicino al naso, ci sono 2 orifizi piccoli che servono al drenaggio delle lacrime. In altre parole il liquido lacrimale, prodotto da numerose ghiandole sparse sulla superficie interna delle palpebre e nell’angolo sterno dell’orbita, viene assorbito da canalini che iniziano il loro percorso sul bordo palpebrale e lo finiscono nel naso e in gola. É per questo che, quando piangiamo, ci soffiamo anche il naso. Quando questi canalini sono chiusi, il liquido lacrimale fuoriesce, bagna e irrita la pelle e offusca la vista. Non è una patologia grave, ma fastidiosa. Questo si verifica soprattutto in età avanzata e si accentua quando l’occhio è colpito da aria fredda.

Questa lacrimazione viene definita “EPIFORA”, per distinguerla dalla lacrimazione provocata da un eccesso di produzione (pianto o riso) o da un’infiammazione (congiuntivite). In questi casi l’oculista tenta di riaprire i canalini e quasi sempre ci riesce. Talora però è necessario intervenire chirurgicamente perchè il ristagno del liquido lacrimale nel sacco situato vicino al naso può andare incontro a formazione di pus. Si forma allora un ascesso dolente, visibile sulla guancia, sotto l’occhio e vicino al naso, che necessita di terapia antibiotica ed eventualmente di svuotamento chirurgico.

dacriocistite_2   vie lacrimaliLa stessa cosa può verificarsi nella prima infanzia, a causa di un restringimento congenito dei canalini lacrimali. Il bambino continua a “piangere”, a versare lacrime, ma l’occhio non è arrossato e il bambino non ne è disturbato. Può però formarsi un pò di pus in corrispondenza dell’angolo nasale dell’occhio e la situazione può risolversi se si preme delicatamente fra naso e occhio, aiutando il pus ad uscire. Se la cosa non si risolve, bisogna aprire i canalini con un piccolo ago ma, mentre questa manovra peraltro non dolorosa, viene fatta nelle persone adulte in ambulatorio, nei pazienti piccoli invece necessita di anestesia.