Di nuovo in compagnia di Sebastiano

“Da non vedente l’autonomia l’ho conquistata con l’abitudine, dando fiducia alle guide, esaltando i miei sensi, temprando il mio carattere, praticando lo sport.”

 

Nel precedente numero di Sportivissimo abbiamo pubblicato una bella intervista ad uno sportivo speciale, Sebastiano, Presidente del Gruppo Sportivo Non Vedenti di Vicenza, che a 58 anni da ipovedente è diventato non vedente. Le cose dette e raccontate quando l’Oculista Dr. Angelo Pietropan ha avuto il piacere e l’onore di incontrarlo erano così tante che abbiamo deciso di proporvi la seconda parte della sua intervista in questo numero.

Come certamente tutti i lettori di “Sportivissimo” sapranno, l’attività che maggiormente migliora l’autonomia e la fiducia in sé stessi è proprio lo SPORT. Sebastiano ne è la testimonianza.

Sebastiano, di certo negli anni ha acquistato più autonomia, in che modo?

“L’autonomia si conquista con l’abitudine, dando fiducia alle guide, esaltando i propri sensi, facendo tanta pratica, imparando dagli errori e dagli incidenti, usando bene la memoria e il senso dell’orientamento. In casa mi muovo tranquillamente (anche se qualche spigolo imprevisto può far male). In una stanza d’albergo, sconosciuta, devo acquisire dapprima confidenza con l’ambiente, con cautela, ma con sicurezza e senza paura. I non vedenti hanno un ”sesto senso” dell’orientamento che è la somma di tutti i sensi più l’esperienza e il raziocinio. I non vedenti, quando si trovano in un ambiente nuovo, percepiscono molte più cose rispetto ad un vedente: in una stanza buia riescono a capire se ci sono mobili, tende o se non c’è arredamento perché i rumori sono diversi. E anche il silenzio è diverso da stanza a stanza.”

 

In che modo e chi l’ha aiutata negli anni dal punto di vista lavorativo?

“È grazie all’UIC (Unione Italiana Ciechi) e alla Regione Veneto che ho potuto trovare posto come telefonista in una banca: loro organizzano corsi di Braille e altri corsi specifici di lavoro. Ma soprattutto infondono fiducia a chi si affida a loro, grazie all’opera dei soci non vedenti.”

 

L’aiuto più grande è certamente arrivato dalla sua famiglia, moglie e figli in particolare. “Non ci sono parole sufficienti per esprimere la mia gratitudine e riconoscenza nei confronti di mia moglie e dei miei figli. Loro mi hanno dato la forza per continuare, per lottare, per acquisire autonomia.

 

In assenza di un senso fondamentale come la vista, il corpo esalta gli altri. Quale Le rimane impresso più a lungo? Il rumore, il profumo, o altro?

“Il senso che rimane più a lungo è l’udito, che mi permette di distinguere suoni e rumori, capire da che parte provengono, intuire se si tratta di un ostacolo o di un pericolo o di un fenomeno naturale come il canto di un uccello. Poi sicuramente viene l’olfatto con i suoi profumi e odori. Ma non dimentichiamo il tatto: le nostre mani si protendono in avanti, accarezzano cose e altre mani, percepiscono sensazioni che vanno al di là del semplice caldo o freddo.”

Ha mai giocato a tennis (il mio sport preferito)? Vorrebbe provare altri sport?

“Non ho mai praticato il tennis, ma c’è uno sport che vorrei praticare: il parapendio. Desidererei provare quella sensazione di volare libero nel silenzio, anche senza vedere il paesaggio sottostante. Vorrei che mia moglie mi accompagnasse, ma temo che dovrò impegnarmi per convincerla!”

Mi sento fortemente emozionato perché il signor Sebastiano mi ha fatto vivere un’esperienza coinvolgente, umana, nonché professionale: l’oculista, in teoria, dovrebbe esserci abituato, ma non è vero un pò perché ritiene la cecità una sconfitta della medicina, un pò perché le implicazioni psicologiche sono forti. Pensiamo a chi è cieco dalla nascita e subito capisce che si deve adeguare non avendo una funzione che gli altri hanno e che lui non conosce; d’altro canto chi diventa cieco in seguito è più soggetto alla sofferenza, a sentimenti forti e necessita di una volontà e di un carattere eccezionali per imparare nuovi modi di apprendimento e di relazione, in modo da poter affrontare un mondo costruito per chi non ha alcun handicap. Ma il cieco impara a leggere con le dita e il sordomuto impara a parlare con le mani: tutte e due esaltano tutti gli altri sensi rimasti. Il loro contatto con la natura è più intenso.

Ringrazio ancora una volta Sebastiano per la sua squisita disponibilità nell’aver messo a nudo la sua quotidianità: farà riflettere tutti noi.